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L’arsenico è un elemento chimico naturale presente nella crosta terrestre, che può trovarsi in diverse forme, sia organiche che inorganiche. Tra queste, l’arsenico inorganico è la forma più pericolosa per la salute umana ed è frequentemente riscontrato come contaminante nelle acque sotterranee. Il fenomeno è particolarmente rilevante in aree dove le falde acquifere vengono utilizzate per l’approvvigionamento di acqua potabile tramite pozzi domestici.

La contaminazione da arsenico può avvenire per cause naturali, come l’erosione di rocce contenenti arsenico, o a seguito di attività antropiche come l’uso di pesticidi, l’estrazione mineraria o la combustione di carbone.

Arsenico e normativa

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la normativa europea, il limite massimo accettabile di arsenico nell’acqua potabile è fissato a 10 nanogrammi per litro (10 ng/L), equivalente a 10 microgrammi per litro (10 µg/L). Superare questo limite comporta seri rischi per la salute umana, tanto che in alcuni Paesi — tra cui l’Italia — è stato necessario intervenire con deroghe temporanee, soprattutto in zone particolarmente soggette a contaminazione naturale. Tuttavia, la tendenza generale è verso un rafforzamento dei controlli e una maggiore attenzione alla prevenzione.

L’arsenico nei pozzi domestici

Molti pozzi domestici, soprattutto in aree rurali, attingono l’acqua direttamente dalle falde sotterranee. Quando queste sono contaminate da arsenico, l’acqua che raggiunge le abitazioni può superare di gran lunga i limiti di sicurezza.

A differenza di altri contaminanti come ferro o manganese, l’arsenico non altera il gusto, il colore o l’odore dell’acqua, rendendo difficile la sua individuazione senza specifiche analisi chimiche. Questo aspetto lo rende particolarmente subdolo e pericoloso.

Effetti sulla salute umana

L’esposizione cronica ad arsenico attraverso l’acqua potabile è associata a numerosi problemi di salute, sia a breve che a lungo termine. Tra i principali effetti nocivi si segnalano:

  • Effetti dermatologici: ispessimento della pelle (ipercheratosi), alterazioni della pigmentazione e comparsa di lesioni precancerose.

  • Tumori: l’arsenico è classificato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come cancerogeno di Classe 1, ovvero certamente cancerogeno per l’uomo. I tipi di cancro più frequentemente associati sono quelli alla pelle, ai polmoni, alla vescica e ai reni.

  • Malattie cardiovascolari: l’arsenico può contribuire all’aterosclerosi e aumentare il rischio di infarto e ictus.

  • Effetti neurologici: esposizioni prolungate possono danneggiare il sistema nervoso, causando disturbi cognitivi e comportamentali, soprattutto nei bambini.

  • Effetti sullo sviluppo: nei bambini, l’esposizione prenatale o durante la prima infanzia è collegata a ritardi nello sviluppo fisico e mentale.

Prevenzione e soluzioni

La prima misura di prevenzione consiste nell’analizzare regolarmente l’acqua dei pozzi privati, specialmente in zone note per la presenza di arsenico nelle falde. I test chimici possono essere eseguiti da laboratori specializzati o tramite kit certificati per uso domestico. In caso di concentrazioni superiori ai limiti di legge, è necessario intervenire con sistemi di trattamento adeguati.

Le soluzioni più comuni per la rimozione dell’arsenico includono:

  • Osmosi inversa, efficace nel ridurre l’arsenico inorganico.

  • Adsorbimento su materiali specifici, come resine o ossidi di ferro.

  • Filtrazione combinata, che integra più tecnologie per garantire un abbattimento efficace e costante del contaminante.